Caporalato e lavoro nero. Introduzione al tema
I fenomeni del caporalato e del lavoro nero sono sempre più presente nel nostro paese, con un’alta concentrazione nelle regioni del sud Italia. In taluni casi ci troviamo di fronte a false cooperative che evadono imposte e contributi, con un inquadramento dei lavoratori coinvolti come socio-lavoratore di cooperative di produzione-lavoro, affinchè le stesse possano godere indebitamente delle agevolazioni proprie delle imprese cooperative.
In altri casi sono dei veri e propri sistemi gestiti dalla criminalità organizzata, soprattutto nel settore dell’agro alimentare.
A livello nazionale, i numeri relativi al fenomeno del caporalato sono particolarmente allarmanti. Secondo l’Osservatorio Placido Rizzotto (costituitosi nel 2012, a cura della Flai Cgil), con riferimento al settore agricolo, le persone soggette a lavoro irregolare e caporalato sono tra i 400 e i 430 mila, di cui 132 mila in condizioni di forti vulnerabilità sociale, alimentando un business che vale circa 4,8 miliardi di euro
Per quanto riguarda il territorio bolognese, secondo i dati riportati dall’Ispettorato del Lavoro di Bologna nell’anno 2018, su 2167 aziende controllate dai funzionari dell’ente, attraverso le procedure di ispezione, il 60% di queste hanno riportato qualche forma di irregolarità. Per 85 aziende è scattata la sospensione dell’attività e i lavoratori irregolari riscontrati sono stati 1799 (di cui 490 completamente in nero). Ispezioni che hanno permesso un recupero di 27 milioni di euro di imponibile, con 52 casi di reati di sfruttamento del lavoro, immigrazione clandestina e truffa allo stato, segnalati alla Procura.
In questo quadro così complesso e in base ai dati sopra riportati, che testimoniano la presenza di un problema grave e pericoloso per la nostra economia e per la nostra società, risulta necessario un forte impegno che parta dal rafforzamento e dal dialogo di quella rete formata da istituzioni e parti sociali, affinché, accanto agli interventi normativi, si riparta dal piano culturale per contrastare il fenomeno del lavoro nero, che può nascondere anche più gravi forme di caporalato. L’obiettivo principale è quello di restituire dignità e diritti a tutte quelle persone e lavoratori che, spinti dalla necessità di lavorare, sono disposti ad accettare condizioni di lavoro basate sullo sfruttamento, la cui conseguenza è quella di alimentare un mercato del lavoro illegale e parallelo, sempre più diffuso e sempre più sommerso.